LUMEN CHRISTI B20

L’Enciclica Redemptoris Mater (II)

La prospettiva storica della contemplazione del Santo Padre inizia con uno sguardo contemplativo sul Disegno di Dio prima del tempo ossia prima della creazione. Tutto il mistero infatti trae origine dalla vita divina che dal Padre passa verso il Figlio e lo Spirito Santo. E Maria occupa un posto privilegiato in tale disegno di salvezza perché è la “benedetta fra le donne”, destinata ad essere madre di Gesù.

Ef 1,3-7: è il testo fondamentale per capire la vocazione dell’uomo alla vita divina; esso si applica pienamente alla Madonna.

Anche se, per noi, sono distinti i momenti della creazione, del peccato e della Redenzione, in Dio tutto è già presente quale mistero di amore fedele e vincitore.

Esiste un solo piano divino nei confronti dell’uomo ed è quello attuato in Cristo.

RM n.7: “Il piano divino della salvezza… secondo Matteo”.

È necessario considerare la realtà storica presente nella mente di Dio per poter dare un senso alla storia. E ciò vale non solo per la storia dell’umanità ma anche per la nostra storia: la nostra vita infatti ha un senso in quanto è già presente alla mente di Dio quale mistero di amore.

Lc 1,28-33: la pagina fondamentale sul mistero della Madonna.

Tale mistero è interamente collegato al mistero di Cristo. Come il Figlio va totalmente riferito al Padre, così il mistero della Madonna si riferisce al mistero di Cristo.

Piena di grazia: il Santo Padre considera questa espressione il nome proprio della Madonna e ne interpreta il contenuto in rapporto al testo della Lettera agli Efesini.

RM n.8: “Quando leggiamo… la salvezza”.

Notiamo bene come la dignità della Madonna si accompagna ad una umiltà radicale.

Tale elezione “nel Figlio” vale anche per noi: tutta la nostra vita non solo deriva dalla vita gloriosa di Cristo comunicataci nel battesimo, ma comporta da parte nostra una vocazione e un obbligo a conformare la nostra vita a quella di Cristo.

L’elargizione di grazia: alla vocazione di ciascuno corrispondono i doni di Dio proporzionati ad essa. In Maria dunque, tale elargizione di doni soprannaturali raggiunge il massimo grado poiché deve essere Madre di Dio.

RM n.9: “Se il saluto e il nome… mistero di Cristo”.

L’elezione e la vocazione costituiscono quindi una specie di patto fra Dio e noi: Dio si impegna per così dire a concederci tutte le grazie necessarie per compiere la nostra vocazione.
A tale grazia appartiene quindi il privilegio della Concezione immacolata tutta subordinata alla missione di salvezza.


Passi Scritturistici

Ef 1,3-7

3Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
4In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
5predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
6a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
7In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.

RM n.7

Il piano divino della salvezza, che ci è stato pienamente rivelato con la venuta di Cristo, è eterno. Esso è anche – secondo l’insegnamento contenuto in quella Lettera e in altre Lettere paoline eternamente legato a Cristo. Esso comprende tutti gli uomini, ma riserva un posto singolare alla «donna» che è la Madre di colui, al quale il Padre ha affidato l’opera della salvezza. Come scrive il Concilio Vaticano II, «ella viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti in peccato» – secondo il Libro della Genesi (Gn 3,15); «parimenti, questa è la Vergine che concepirà e partorirà un figlio, il cui nome sarà Emanuele» – secondo le parole di Isaia (Is 7,14). In tal modo l’Antico Testamento prepara quella «pienezza del tempo», in cui Dio «mandò suo Figlio, nato da donna, … perché ricevessimo l’adozione a figli». La venuta al mondo del Figlio di Dio è l’evento narrato nei primi capitoli dei Vangeli secondo Luca e secondo Matteo.

Lc 1,28-33

28Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

RM n.8

Quando leggiamo che il messaggero dice a Maria «piena di grazia», il contesto evangelico, in cui con fluiscono rivelazioni e promesse antiche, ci lascia capire che qui si tratta di una benedizione singolare tra tutte le «benedizioni spirituali in Cristo». Nel mistero di Cristo ella è presente già «prima della creazione del mondo», come colei che il Padre «ha scelto» come Madre del suo Figlio nell’incarnazione–ed insieme al Padre l’ha scelta il Figlio, affidandola eternamente allo Spirito di santità. Maria è in modo del tutto speciale ed eccezionale unita a Cristo, e parimenti è amata in questo Figlio diletto eternamente, in questo Figlio consostanziale al Padre, nel quale si concentra tutta «la gloria della grazia». Nello stesso tempo, ella è e rimane aperta perfettamente verso questo «dono dall’alto» (Gc 1,17). Come insegna il Concilio, Maria «primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza»

RM n.9

Se il saluto e il nome «piena di grazia» dicono tutto questo, nel contesto dell’annunciazione dell’angelo essi si riferiscono, prima di tutto, all’elezione di Maria come Madre del Figlio di Dio. Ma, nello stesso tempo, la pienezza di grazia indica tutta l’elargizione soprannaturale, di cui Maria beneficia in relazione al fatto che è stata scelta e destinata ad essere Madre di Cristo. Se questa elezione è fondamentale per il compimento dei disegni salvifici di Dio nei riguardi dell’umanità; se la scelta eterna in Cristo e la destinazione alla dignità di figli adottivi riguardano tutti gli uomini, l’elezione di Maria è del tutto eccezionale ed unica. Di qui anche la singolarità e unicità del suo posto nel mistero di Cristo.