LUMEN CHRISTI B 51

La Lettera Apostolica Mulieris dignitatem (I)

Ritroviamo in questa lettera apostolica, il contesto generale dei vari interventi del Santo Padre: la prospettiva storica della vita della Chiesa all’inizio del terzo millennio; la considerazione del senso dell’uomo (come in Redemptoris hominis); la nuova evangelizzazione che coinvolge tutta la Chiesa, quindi i laici e tra di essi le donne.
Due motivi particolari si aggiungono:

  • Il problema della donna appare un problema universale che riguarda tutte le religioni.

MD n.3: “Così inizia l’evento centrale… del Padre”.

  • La lettera si colloca nel prolungamento immediato della Redemptoris Mater: la risposta di Dio all’umanità su questo problema della dignità e vocazione della donna passa attraverso la persona di Maria la quale è modello di tutta l’umanità e figura della Chiesa.

MD n.2: “L’ultimo Sinodo… maschio e femmina li creò”.

Come abbiamo già notato, il genere letterario delle lettere del Papa è quello della meditazione.

MD n.2: “Proprio questa… una meditazione”.

Tale meditazione segue uno schema la cui logica è più spontanea che razionale: così le questioni della dignità e della vocazione (ossia della missione) della donna non vengono trattati separatamente ma si intrecciano, anche se la vocazione costituisce il tema privilegiato della seconda metà della Lettera (parti VI – VII – VIII).

Quale linea si può rintracciare?

  • il punto di partenza centrale: la Madonna Theotokos (parte II); la relazione della donna a Dio
  • lo schema storico:
    • La creazione: la relazione della donna all’uomo (parte III).
    • Il peccato: la relazione uomo-donna diventa conflittuale, ma deve ritrovare la prima relazione di complementarietà dell’inizio (parte IV).
    • La rivelazione evangelica della dignità della donna a partire dall’atteggiamento di Cristo (parte V).
    • La figura di Maria insegna la duplice vocazione della donna: maternità e verginità (parte VI).
    • Il tempo della Chiesa figurata da Maria (parte VII).
    • Il tempo attuale: il primato della carità, la quale viene riferita alla donna.
  • conclusione: la donna come dono di Dio.

Un principio di fondo: il problema della donna è essenzialmente teologico; tutto parte da Dio: è Dio stesso che attua e rivela il mistero della donna fin dall’inizio e in particolare nella “pienezza del tempo”.

MD n.4: la Theotókos
“In tal modo… Madre di Dio”.
Dignità e servizio: “Eccomi, sono la serva del Signore” (Lc 1,38).


Passi Scritturistici

MD n.3

Così inizia l’evento centrale, l’evento chiave nella storia della salvezza, la Pasqua del Signore.
Tuttavia, vale forse la pena di riconsiderarlo a partire dalla storia spirituale dell’uomo intesa nel modo più ampio, così come si esprime attraverso le diverse religioni del mondo. Appelliamoci qui alle parole del Concilio Vaticano II «Gli uomini si attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana che, ieri come oggi, turbano profondamente il cuore umano: che cosa sia l’uomo, quale sia il senso e il fine della nostra vita, che cosa siano il bene e il peccato, quale origine e fine abbia il dolore, quale sia la via per raggiungere la vera felicità, che cosa siano la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l’ultimo e ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, dal quale traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo». «Dai tempi più antichi fino ad oggi, presso i vari popoli si trova una certa percezione di quella forza arcana che è presente nel corso delle cose e negli avvenimenti della vita umana, e anzi talvolta si ha riconoscimento della suprema Divinità o anche del Padre»

MD n.2

L’ultimo Sinodo si è svolto durante l’Anno Mariano, che offre un particolare impulso ad affrontare questo tema, come indica anche la Enciclica Redemptoris Mater. Questa Enciclica sviluppa e attualizza l’insegnamento del Concilio Vaticano II, contenuto nel capitolo VIII della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium. Tale capitolo reca un titolo significativo: «La beata Vergine Maria, Madre di Dio, nel mistero di Cristo e della Chiesa». Maria – questa «donna» della Bibbia (cf. Gen 3, 15; Gv 2, 4; 19, 26) – appartiene intimamente al mistero salvifico di Cristo, e perciò è presente in modo speciale anche nel mistero della Chiesa. Poiché «la Chiesa è in Cristo come un sacramento (…) dell’intima unione con Dio e della unità di tutto il genere umano», la speciale presenza della Madre di Dio nel mistero della Chiesa ci lascia pensare all’eccezionale legame tra questa «donna» e l’intera famiglia umana. Si tratta qui di ciascuno e di ciascuna, di tutti i figli e di tutte le figlie del genere umano, nei quali si realizza nel corso delle generazioni quella fondamentale eredità dell’intera umanità che è legata al mistero del «principio» biblico: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1, 27).

MD n.2

Proprio questa vuol essere la trama del presente Documento, che si inquadra nel vasto contesto dell’Anno Mariano, mentre ci si avvia al termine del secondo millennio dalla nascita di Cristo e all’inizio del terzo. E mi sembra che la cosa migliore sia quella di dare a questo testo lo stile e il carattere di una meditazione.

MD n.4

In tal modo «la pienezza del tempo» manifesta la straordinaria dignità della «donna». Questa dignità consiste, da una parte, nell’elevazione soprannaturale all’unione con Dio in Gesù Cristo, che determina la profondissima finalità dell’esistenza di ogni uomo sia sulla terra che nell’eternità. Da questo punto di vista, la «donna» è la rappresentante e l’archetipo di tutto il genere umano: rappresenta l’umanità che appartiene a tutti gli esseri umani, sia uomini che donne. D’altra parte, però, l’evento di Nazareth mette in rilievo una forma di unione col Dio vivo, che può appartenere solo alla «donna», Maria: l’unione tra madre e figlio. La Vergine di Nazareth diventa, infatti, la Madre di Dio.