LUMEN CHRISTI B67

A partire dal cap.10, comincia una nuova sezione del libro della Sapienza: non si tratta più della Sapienza considerata in se stessa, ma della sua presenza attiva nella storia.
Ritroviamo qui l’aspetto essenziale proprio della fede giudeo-cristiana: Dio interviene nella storia dell’umanità per salvarla. Non si tratta quindi di instaurare un rapporto fra l’uomo e un Dio trascendente, il che è sempre necessario, ma di aderire a Dio (Jahvé) che si fa conoscere mentre salva il suo popolo e poi tutta l’umanità in Cristo.
Dio quindi è il Dio del Popolo eletto, ma l’elezione del Popolo ebreo non significa che le altre nazioni siano escluse dalla salvezza: anzi, l’autore del libro della Sapienza si sofferma sul fatto che Dio lascia a tutti gli uomini il tempo per convertirsi e partecipare alla salvezza. La pazienza, che è un aspetto della misericordia, è caratteristica dell’atteggiamento di Dio verso l’umanità.
Rm 3,21-26: tutti hanno peccato e tutti sono chiamati ad essere salvati nella fede in Cristo.
Così, rileggendo il racconto dell’Esodo, l’autore vi scopre non tanto l’ira di Dio contro un popolo pagano e nemico degli Ebrei, ma la sua pazienza e la sua moderazione nel castigare gli Egiziani.
Sap 11,15-20:la moderazione non può significare la limitatezza della potenza di Dio; egli, infatti, è il Creatore (v.17.); ma egli agisce con sapienza, cioè con misura, calcolo e peso (v.20).
La ragione della pazienza di Dio è fondata invece proprio sulla sua onnipotenza e sul suo amore.
Sap 11,21-26: la compassione di Dio è radicata nella sua onnipotenza; ciò significa che l’atteggiamento delle creature non può stornare Dio dal suo proposito di salvezza: esso si compirà malgrado il peccato degli uomini, cioè il loro rifiuto del disegno di vita.
La creazione stessa è atto di amore da parte di Dio. Ciò significa che nell’atto della creazione era già precontenuta la volontà di condurre gli uomini alla partecipazione alla vita divina eterna. Dio della Rivelazione è il Dio vivente, il Dio della vita, il quale mantiene il suo proposito lungo tutta la storia dell’umanità.
Pazienza di Dio e conversione dell’uomo
Sir 18,7-14: Il testo indica che è proprio la debolezza dell’uomo a creare le condizioni della pazienza di Dio.
Il fatto di essere sottomesso alla temporalità fa sì che l’uomo è capace di ravvedersi e di riscattare con il pentimento i propri peccati.
Tale considerazione vale anche per considerare in modo più giusto il problema della sofferenza: essa non va considerata nella sua realtà percepita nel tempo della sofferenza, ma inquadrata in una storia, sia quella dell’umanità, sia quella della persona. Considerata infatti solo nell’istante, la sofferenza è assurda; essa invece assume un senso positivo soltanto se considerata un momento negativo di un destino il cui significato nella mente di Dio è sempre positivo.
Sap 12,1-2: la pazienza di Dio è anche pedagogia per condurre gli uomini alla conversione.


Passi Scritturistici

Rm 3,21-26

21Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; 22giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c’è distinzione: 23tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, 24ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. 25Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, 26nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.

Sap 11,15-20

15Per i ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
da essi ingannati, venerarono
rettili senza ragione e vili bestiole.
Tu inviasti loro in castigo
una massa di animali senza ragione,
16perché capissero che con quelle stesse cose
per cui uno pecca, con esse è poi castigato.
17Certo, non aveva difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi e leoni feroci
18o belve ignote, create apposta, piene di furore,
o sbuffanti un alito infuocato
o esalanti vapori pestiferi
o folgoranti con le terribili scintille degli occhi,
19bestie di cui non solo l’assalto poteva sterminarli,
ma annientarli anche l’aspetto terrificante.
20Anche senza questo potevan soccombere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dallo spirito della tua potenza.
Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso.

Sap 11,21-26

21Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi potrà opporsi al potere del tuo braccio?
22Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
23Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
24Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata.
25Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l’avessi chiamata all’esistenza?
26Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita.

Sir 18,7-14

7Che è l’uomo? E a che può servire?
Qual è il suo bene e qual è il suo male?
8Quanto al numero dei giorni dell’uomo,
cento anni sono gia molti.
9Come una goccia d’acqua nel mare e un grano di sabbia
così questi pochi anni in un giorno dell’eternità.
10Per questo il Signore è paziente con gli uomini
e riversa su di essi la sua misericordia.
11Vede e conosce che la loro sorte è misera,
per questo moltiplica il perdono.
12La misericordia dell’uomo riguarda il prossimo,
la misericordia del Signore ogni essere vivente.
13Egli rimprovera, corregge, ammaestra
e guida come un pastore il suo gregge.
14Ha pietà di quanti accettano la dottrina
e di quanti sono zelanti per le sue decisioni.

Sap 12,1-2

1Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
2Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli
e li ammonisci ricordando loro i propri peccati,
perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.