LUMEN CHRISTI A 98

     Lo Spirito di Gesù ci viene comunicato per farci partecipi della sua filiazione. Gesù è il Figlio, noi siamo figli nel Figlio, ossia figli adottivi. Tale filiazione però avviene nell’unico Corpo di Cristo che è la Chiesa, attraverso il dono dello Spirito.

1 – LA NOSTRA ADOZIONE

1 Gv 3,1-2: attestazione solenne della nostra filiazione; Giovanni distingue la realtà dalla manifestazione.
Ef 1,1-5: la finalità del Disegno di Dio; tutto è preparato fin dall’inizio e nulla potrà impedirne l’attuazione.
Gal  4,4-6: la missione del Figlio si attua attraverso una Incarnazione visibile, nella storia dell’umanità mentre quella dello Spirito è invisibile, nei nostri cuori. Lo Spirito è sempre il Dono interiore il quale non ha forma determinata.

     Notiamo bene il nesso stretto stabilito da san Paolo fra le due missioni.

2 – LA VITA DEI FIGLI

     La missione dello Spirito determina un nuovo modo di vivere che si contrappone a quello dell’Antica Alleanza. Anche se in questa non era assente l’amore fiducioso in Dio, prevaleva il timore.

Rm 8,14-17: gridiamo: Abba Padre, la stessa parola usata da Gesù per significare il rapporto del tutto singolare che aveva con il Padre.

     Notiamo bene che la Legge antica non va mai separata dal senso di Dio che ha dato la Legge. Il suo fine è di condurre alla pienezza dell’Alleanza in Cristo e alla nuova Legge evangelica.

La Legge evangelica (riassunta nel sermone sulla montagna) non si comprende bene senza il suo rapporto alla rivelazione di Dio quale Padre celeste. Il suo fine è di condurci alla realizzazione concreta della vita dei figli di Dio.

Mt 5,44-48: essa ci invita all’amore universale. Tale amore è fondato sulla nozione di Dio Padre universale.
     Tocchiamo qui il punto centrale della morale cristiana; tutto il resto va considerato in funzione dell’amore al prossimo quale derivazione dell’amore del Padre.

Mt 6,25-34: dal punto di vista religioso, il nostro atteggiamento fondamentale deve puntare all’abbandono totale al Padre.
     Tale era il pensiero direttore di santa Teresa di Lisieux.

     Possiamo dire con san Tommaso che la Legge nuova non è tanto il testo del Vangelo in quanto determina i vari precetti quanto l’esigenza interiore che deriva dalla presenza,dello Spirito nei nostri cuori, anzi è la stessa Presenza dello Spirito. Se quindi fossimo perfettamente trasparenti all’azione dello Spirito Santo non avremmo bisogno della lettera dei comandamenti.

     In tal modo, la Legge evangelica è innanzitutto una legge che giunge fino al cuore, alla nostra intenzione profonda. L’esecuzione materiale altro non è che la manifestazione del cuore.

     Su questo punto decisivo verte l’opposizione fra Gesù ed i Farisei.


Passi Scritturistici

1 Gv 3,1-2

        1Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui.2Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.

Ef 1,1-5

1Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, ai santi che sono in Efeso, credenti in Cristo Gesù: 2grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
3Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. 4In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, 5predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo […]

Gal  4,4-6

        4Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 5per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. 6E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!

Rm 8,14-17

        14Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. 15E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». 16Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 17E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Mt 5,44-48

     […]44ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 46Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Mt 6,25-34

        25Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.