LUMEN CBRISTI B41

La 2Cor ci ha presentato il panorama di una chiesa concreta: non dunque una chiesa ideale, ma una comunità fatta di uomini con le loro qualità ed i loro difetti. Concludiamo la nostra meditazione con alcune osservazioni.

1- LA COMUNITÀ

2Cor 12,16-21: certo san Paolo rivendica la sua autorità apostolica e sa che può agire direttamente, sia per esortare ed insegnare sia per castigare e rimproverare.

Tale autorità però non è un fatto puramente personale ma si esercita attraverso la comunità gerarchica: Così san Paolo ha mandato Tito e un altro fratello; così anche la Chiesa di Gerusalemme aveva mandato Paolo e Barnaba. È chiaro che l’autorità non è padronanza autoritaria, ma servizio della comunità.
Paolo si chiama “servo” di Cristo, apostolo, cioè “mandato”; mai dice di essere “amico” di Cristo, anche se Cristo stesso ha chiamato gli apostoli “amici”.

1Pt 5,1-4: nella chiesa primitiva prevaleva la nozione di collegialità e di comunità. Soprattutto l’autorità veniva considerata un servizio umile a nome di Cristo (La lavanda dei piedi);

2 – DEBOLEZZA E POTENZA

2Cor 13,1-4: abbiamo già meditato il tema della debolezza unita alla fortezza; la ritroviamo qui presentata quale caratteristica del mistero cristiano.

Tale tema si applica in primo luogo al mistero di Cristo, e cioè alla sapienza della Croce.
Bisogna quindi distinguere la debolezza della carne: votata alla morte, circondata di umiltà, senza apparenze di gloria umana, nascosta agli occhi non illuminati dalla fede e la potenza spirituale: Cristo agisce ancora nella Chiesa diffondendo il suo Spirito di santità, vincitore del peccato, del male e della morte.
Si applica anche all’autorità nella Chiesa; la quale si esercita attraverso uomini soggetti a debolezze fisiche, spirituali ed anche morali; eppure lo Spirito agisce attraverso questa Chiesa per portare tutti alla pienezza di vita e per proteggerla indefettibilmente nel cammino della storia.
Si applica anche a ciascuno di noi: come già si applicava a Paolo.

3 – LA COMUNIONE

2Cor 13,13: la Chiesa ed il mistero trinitario.

La Trinità è mistero di comunione: le tre Persone, uguali, procedono secondo un ordine che fa del Padre la sorgente di tutto, del Figlio la Vita-Persona e dello Spirito l’Amore-Persona. Tale comunicazione è il modello di ogni altra comunicazione interpersonale.
La Chiesa è in un certo modo l’effusione nell’umanità di questa comunicazione intratrinitaria.
“La Chiesa universale appare come ‘un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo'”(San Cipriano) citato in LG n.4.


Passi Scritturistici

2Cor 12,16-21

16 Ma sia pure che io non vi sono stato di peso; però, scaltro come sono, vi ho preso con inganno. 17 Vi ho forse sfruttato per mezzo di qualcuno di quelli che ho inviato tra voi? 18 Ho vivamente pregato Tito di venire da voi e ho mandato insieme con lui quell`altro fratello. Forse Tito vi ha sfruttato in qualchecosa? Non abbiamo forse noi due camminato con lo stesso spirito, sulle medesime tracce? 19 Certo, da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa davanti a voi. Ma noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi, è per la vostra edificazione. 20 Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che a mia volta venga trovato da voi quale non mi desiderate; che per caso non vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini, 21 e che, alla mia venuta, il mio Dio mi umilii davanti a voi e io abbia a piangere su molti che hanno peccato in passato e non si sono convertiti dalle impurità, dalla fornicazione e dalle dissolutezze che hanno commesso.

1Pt 5,1-4

1 Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: 2 pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri, secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; 3 non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. 4 E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

2Cor 13,1-4

1 Questa è la terza volta che vengo da voi. Ogni questione si deciderà sulla dichiarazione di due o tre testimoni. 2 L`ho detto prima e lo ripeto ora, allora presente per la seconda volta e ora assente, a tutti quelli che hanno peccato e a tutti gli altri: quando verrò di nuovo non perdonerò più, 3 dal momento che cercate una prova che Cristo parla in me, lui che non è debole, ma potente in mezzo a voi. 4 Infatti egli fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio. E anche noi che siamo deboli in lui, saremo vivi con lui per la potenza di Dio nei vostri riguardi.

2Cor 13,13

13 La grazia del Signore Gesù Cristo, l`amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.