LUMEN CHRISTI B27

L’Enciclica Redemptoris Mater (IX)

Il tema della mediazione di Maria è oggetto di un dibattito teologico soprattutto con i Protestanti; e anche la liturgia ha rinunciato alla festa di Maria Mediatrice di tutte le grazie. Qual è il problema? Mantenere intatta la nozione di Cristo “unico mediatore” (1Tm 2,5-6). In realtà come dimostrerà il Santo Padre, il dogma dell’unica mediazione di Cristo non è infranto dall’affermazione della mediazione di Maria, e quindi della Chiesa.
Per intendere bene il problema bisogna partire dalla nozione di “Cristo totale”, cioè il Capo e le membra: anche se tutta l’opera della Redenzione deriva da Cristo, Verbo incarnato, bisogna considerare che l’Incarnazione redentrice trova una cooperazione in Maria e nella Chiesa: in Maria quale primo membro della Chiesa e suo tipo, nella Chiesa quale Corpo mistico di Cristo.

Col 1,12-20: il Cristo totale.

L’appartenenza a Cristo implica una partecipazione all’opera della Redenzione: partecipazione affettiva ed effettiva.

Col 1,24-27: Paolo afferma l’unicità dell’opera di Cristo Gesù e la partecipazione dei membri della Chiesa.

RM n.38: “La Chiesa sa e insegna… Figlio”.

L’affermazione dottrinale ribadisce la dottrina cattolica contro la prospettiva dei Protestanti. Maria non è accanto a Gesù come un nuovo principio di mediazione, ma è inclusa nella Mediazione universale di Cristo. Così la Chiesa è anche inclusa in Cristo.

1 – Il posto privilegiato di Maria

Maria appartiene al mistero di Cristo prima di tutti:

  • nel tempo, al momento dell’Incarnazione;
  • nell’ordine della qualità: la sua consacrazione totale, la prima discepola;
  • nell’ordine ontologico in quanto è Madre di Cristo.

Anche se la mediazione di Maria è atto della sua maternità divina prolungata nella Chiesa, essa giunge alla pienezza in virtù della pienezza della consacrazione.

RM n.39: “La maternità di Maria… la sua missione”.

La qualità e il valore della nostra partecipazione alla Redenzione di Cristo dipendono dalla nostra unione con 1ui, dalla nostra capacità di identificarci con Cristo Redentore.

2 – La Madre gloriosa

La partecipazione alla missione di Cristo non appartiene soltanto all’esistenza terrena di Maria, ma alla sua vita celeste: come il Cristo è “sempre vivo per intercedere a nostro favore” (Eb 7,25), così Maria è sempre quella che intercede per noi, non solo rispondendo alle nostre preghiere, ma anticipandole: e in questo consiste la sua funzione di protettrice.
Inoltre ella anticipa il termine di tutto il cammino della Chiesa pellegrina, perché appartiene già pienamente all’ordine del nuovo universo.

RM n.41: “Col mistero dell’assunzione in cielo… la morte”


Passi Scritturistici

Col 1,12-20

[…] 12ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
13E’ lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, 14per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.
15Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; 16poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. 17Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. 18Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. 19Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza 20e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.

Col 1,24-27

24Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. 25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola, 26cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi, 27ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza della gloria.

RM n.38

La Chiesa sa e insegna con san Paolo che uno solo è il nostro mediatore: «Non c’è che un solo Dio, uno solo anche è il mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Gesù Cristo, che per tutti ha dato se stesso quale riscatto» (1Tm 2,5). «La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia»: è mediazione in Cristo.
La Chiesa sa e insegna che «ogni salutare influsso della Beata Vergine verso gli uomini… nasce dal beneplacito di Dio e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l’immediato contatto dei credenti con Cristo, anzi lo facilita». Questo salutare influsso è sostenuto dallo Spirito Santo, che, come adombrò la Vergine Maria dando in lei inizio alla maternità divina, così ne sostiene di continuo la sollecitudine verso i fratelli del suo Figlio.

RM n.39

La maternità di Maria, pervasa fino in fondo dall’atteggiamento sponsale di «serva del Signore», costituisce la prima e fondamentale dimensione di quella mediazione che la Chiesa confessa e proclama nei suoi riguardi, e continuamente «raccomanda all’amore dei fedeli», poiché in essa molto confida. Infatti, bisogna riconoscere che prima di tutti Dio stesso, l’eterno Padre, si è affidato alla Vergine di Nazareth, donandole il proprio Figlio nel mistero dell’incarnazione. Questa sua elezione al sommo ufficio e dignità di Madre del Figlio di Dio, sul piano ontologico, si riferisce alla realtà stessa dell’unione delle due nature nella persona del Verbo (unione ipostatica). Questo fatto fondamentale di esser la Madre del Figlio di Dio, è sin dall’inizio una totale apertura alla persona di Cristo, a tutta la sua opera, a tutta la sua missione.

RM n.41

Col mistero dell’assunzione al Cielo, si sono definitivamente attuati in Maria tutti gli effetti dell’unica mediazione di Cristo Redentore del mondo e Signore risorto «Tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo» (1Cor 15,22). Nel mistero dell’assunzione si esprime la fede della Chiesa, secondo la quale Maria è «unita da uno stretto e indissolubile vincolo» a Cristo, perché, se madre-vergine era a lui singolarmente unita nella sua prima venuta, per la sua continuata cooperazione con lui lo sarà anche in attesa della seconda, «redenta in modo più sublime in vista dei meriti del Figlio suo», ella ha anche quel ruolo, proprio della madre, di mediatrice di clemenza nella venuta definitiva, quando tutti coloro che sono di Cristo saranno vivificati, e «l’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte» (1Cor 15,26).