LUMEN CHRISTI B28

L’Enciclica Redemptoris Mater (X)

Il rapporto di Maria a Cristo, fondamento della sua funzione mediatrice, è tipo del rapporto della Chiesa al suo Capo: Maria, come la Chiesa, Madre e sposa.

1 – La maternità spirituale

La maternità di Maria Vergine appartiene alla sfera dello Spirito: lo Spirito agisce e, mediante la fede, Maria concepisce prima nel cuore colui che deve concepire poi nel suo grembo.

RM n.42: “Maria ha creduto… Spirito Santo”.

La maternità della Chiesa si esercita nella fede, mediante la quale diventa strumento della comunicazione della vita divina. Tale è infatti la disposizione divina: salvare gli uomini per mezzo degli uomini, prima di Cristo, strumento congiunto, e poi di tutti gli uomini che trasmettono la fede.

Gal 4,15-20: la fatica apostolica è vera generazione spirituale. Paolo e “padre” dei suoi cristiani.

Come per Maria, la verginità è segno della dimensione spirituale della sua maternità, così per la Chiesa la fede e i sacramenti diventano efficaci in virtù della presenza attiva dello Spirito Santo.

RM n.43: “Si può dire… mediante la grazia”.

Di questa dimensione spirituale la vita consacrata è segno così come il celibato sacerdotale.

2 – La sposa di Cristo

Mentre la nozione di maternità indica un rapporto interpersonale che deriva da un rapporto ontologico, quella di sposa indica soltanto il rapporto di amore e di unione.
Maria è vergine-sposa in quanto partecipa a tutto il mistero di Cristo mediante la fede e l’amore.
Ella appare quindi come il modello offerto alla Chiesa; ed è modello universale non solo per il modo di vivere l’ideale evangelico, ma per la cooperazione alla missione salvifica di Cristo.

RM n.44: “Stante questo rapporto… molti fratelli”.

Tale rapporto esemplare implica la presenza attiva della Madonna a tutta l’esistenza storica della Chiesa. Il modello non è distaccato dalla vita ma influisce attraverso l’opera di mediazione sulla vita stessa della Chiesa e di ogni cristiano.
Come la Madonna è sempre odigitria, indicando il cammino che è Cristo, bisogna mettere anche in rilievo il suo rapporto con l’eucaristia la quale costituisce il punto privilegiato di incontro con Cristo.
La risposta nostra non può essere che un affidamento continuo a Maria.

RM n.45: “La dimensione mariana… cenacolo”.

Questa è la giustificazione profonda dell’anno mariano.


Passi Scritturistici

RM n.42

Maria ha creduto che sarebbe avvenuto quello che le era stato detto dal Signore. Come vergine, ha creduto che avrebbe concepito e dato alla luce un figlio: il «Santo», al quale corrisponde il nome di «Figlio di Dio», il nome di «Gesù» (= Dio che salva). Come serva del Signore, è rimasta perfettamente fedele alla persona e alla missione di questo Figlio. Come madre «per la sua fede ed obbedienza… generò sulla terra lo stesso Figlio del Padre, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo».

Gal 4,15-20

15Dove sono dunque le vostre felicitazioni? Vi rendo testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati anche gli occhi per darmeli. 16Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità?17Costoro si danno premura per voi, ma non onestamente; vogliono mettervi fuori, perché mostriate zelo per loro. 18E’ bello invece essere circondati di premure nel bene sempre e non solo quando io mi trovo presso di voi, 19figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi! 20Vorrei essere vicino a voi in questo momento e poter cambiare il tono della mia voce, perché non so cosa fare a vostro riguardo.

RM n.43

Si può dire che la Chiesa apprenda da Maria anche la propria maternità: essa riconosce la dimensione materna della sua vocazione, legata essenzialmente alla sua natura sacramentale, «contemplando l’arcana santità di lei, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre». Se la Chiesa è segno e strumento dell’intima unione con Dio, lo è a motivo della sua maternità: perché, vivificata dallo Spirito, «genera» figli e figlie dell’umana famiglia a una vita nuova in Cristo. Perché, come Maria è al servizio del mistero dell’incarnazione, così la Chiesa rimane al servizio del mistero dell’adozione a figli mediante la grazia.

RM n.44

Stante questo rapporto di esemplarità, la Chiesa si incontra con Maria e cerca di diventare simile a lei: «Ad imitazione della madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo, conserva verginalmente integra la fede, solida la speranza, sincera la carità». Maria è, dunque, presente nel mistero della Chiesa come modello. Ma il mistero della Chiesa consiste anche nel generare gli uomini ad una vita nuova ed immortale: è la sua maternità nello Spirito Santo. È qui Maria non solo è modello e figura della Chiesa, ma è molto di più. Infatti, «con amore di madre ella coopera alla rigenerazione e formazione» dei figli e figlie della madre Chiesa. La maternità della Chiesa si attua non solo secondo il modello e la figura della Madre di Dio, ma anche con la sua «cooperazione». La Chiesa attinge copiosamente da questa cooperazione, cioè dalla mediazione materna, che è caratteristica di Maria, in quanto già in terra ella cooperò alla rigenerazione e formazione dei figli e delle figlie della Chiesa come Madre di quel Figlio che Dio ha posto quale primogenito tra molti fratelli».

RM n.45

La dimensione mariana della vita di un discepolo di Cristo si esprime in modo speciale proprio mediante tale affidamento filiale nei riguardi della Madre di Dio, iniziato col testamento del Redentore sul Golgota. Affidandosi filialmente a Maria, il cristiano, come l’apostolo Giovanni, accoglie «fra le sue cose proprie» la Madre di Cristo e la introduce in tutto lo spazio della propria vita interiore, cioè nel suo «io» umano e cristiano: «La prese con sé». Così egli cerca di entrare nel raggio d’azione di quella «materna carità», con la quale la Madre del Redentore «si prende cura dei fratelli del Figlio suo», «alla cui rigenerazione e formazione ella coopera» secondo la misura del dono, propria di ciascuno per la potenza dello Spirito di Cristo. Così anche si esplica quella maternità secondo lo spirito, che è diventata la funzione di Maria sotto la Croce e nel cenacolo.