LUMEN CHRISTI B26

L’Enciclica Redemptoris Mater (VIII)

La prima considerazione sulla presenza attiva di Maria nella Chiesa riguarda l’aspetto della prova e della difficoltà durante il pellegrinaggio fino alla venuta del Signore. Ciò non toglie però che la Chiesa permanga sempre la sposa del suo Signore ed il luogo dove abita lo Spirito Santo; anche sotto questo profilo la Madonna è modello e tipo e lo dimostra attraverso il canto del Magnificat.

RM n.35: “Procedendo tra le tentazioni… comunitaria”.

1 – La presenza dello Spirito

Nei nn.36 e 37, il Santo Padre riprende i principali temi che abbiamo meditato nell’enciclica sullo Spirito Santo e dimostra in tal senso il rovesciamento completo della situazione di peccato in cui era piombata l’umanità.

Così ritroviamo la nozione di “autodonazione di Dio” per mezzo dello Spirito.

La “piena di grazia” possiede lo Spirito ed anche Elisabetta è piena di Spirito Santo e canta le lodi di Dio.
Contro il sospetto che ha portato Adamo alla perdizione, Maria come “Nuova Eva” proclama che Dio è la fonte di ogni elargizione.

2 – La presenza di Cristo

Maria porta Cristo alla sua cugina, la quale la saluta come Madre del Salvatore; così anche la Chiesa è portatrice di Cristo e lo manifesta in particolare attraverso la missione apostolica.

2Cor 2,14-17: la Chiesa è il profumo di Cristo, ma la sua testimonianza è accolta a seconda delle disposizioni di chi la riceve.

2Cor 4,1-12: l’apostolo, come Maria, deve possedere Cristo spiritualmente in modo che questa presenza diventi luce. La Chiesa non predica se stessa, ma Cristo.

2Cor 4,13-18: nella Chiesa si verifica il tema principale del mistero di Maria: la testimonianza di fede, l’obbedienza della fede.
Mistero di fede per ciò che riguarda il contenuto della predicazione.
Mistero di fede nell’azione di Dio di cui la Chiesa è strumento.

3 – I poveri di Jahvé

Il Magnificat è l’espressione più perfetta della spiritualità dei Poveri di Jahvé, ed esprime quindi il messaggio evangelico rivolto ai poveri.

RM n.37: “Il cammino della Chiesa… opere di Gesù”.

Il senso radicale della povertà: riconoscere che tutto quanto possediamo è dono di Dio. Per la Madonna, questo riconoscimento è sorgente di grande gioia: la vera gioia richiede di guardare a Dio quale sorgente di ogni vita e di ogni gioia.
I1 messaggio evangelico si rivolge ad ogni povero: povero materiale ma anche ogni sofferente ed ogni debole.


Passi Scritturistici

RM n.35

«Procedendo tra le tentazioni e le tribolazioni, la Chiesa è sostenuta dalla forza della grazia di Dio, promessa dal Signore, affinché per l’umana debolezza non venga meno alla perfetta fedeltà, ma permanga degna sposa del suo Signore e non cessi, con l’aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la Croce giunga alla luce che non conosce tramonto».
La Vergine Madre è costantemente presente in questo cammino di fede del popolo di Dio verso la luce. Lo dimostra in modo speciale il cantico del «Magnificat», che, sgorgato dal profondo della fede di Maria nella visitazione, non cessa nei secoli di vibrare nel cuore della Chiesa. Lo prova la sua recitazione quotidiana nella liturgia dei Vespri ed in tanti altri momenti di devozione sia personale che comunitaria.

2Cor 2,14-17

14Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! 15Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono; 16per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita.

E chi è mai all’altezza di questi compiti? 17Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo.

2Cor 4,1-12

1Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è stata usata, non ci perdiamo d’animo; 2al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio.
3E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si perdono, 4ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è immagine di Dio. 5Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. 6E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
7Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. 8Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; 9perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, 10portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.11Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. 12Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.

2Cor 4,13-18

13Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo,14convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. 15Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio. 16Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. 17Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, 18perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne.

RM n.37

Il cammino della Chiesa, dunque, al termine ormai del secondo Millennio cristiano, implica un rinnovato impegno nella sua missione. Seguendo colui che disse di sé: «(Dio) mi ha mandato per annunciare ai poveri il lieto messaggio» (Lc 4,18), la Chiesa ha cercato di generazione in generazione e cerca anche oggi di compiere la stessa missione. Il suo amore di preferenza per i poveri è inscritto mirabilmente nel Magnificat di Maria. Il Dio dell’Alleanza, cantato nell’esultanza del suo spirito dalla Vergine di Nazareth, è insieme colui che «rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, … ricolma di beni gli affamati, e rimanda i ricchi a mani vuote, … disperde i superbi … e conserva la sua misericordia per coloro che lo temono». Maria è profondamente permeata dello spirito dei «poveri di Iahvé», che nella preghiera dei Salmi attendevano da Dio la loro salvezza, riponendo in lui ogni fiducia (Sal 24,1); (Sal 30,1); (Sal 34,1); (Sal 54,1). Ella, invero, proclama l’avvento del mistero della salvezza, la venuta del «Messia dei poveri» (Is 11,4); (Is 61,1). Attingendo dal cuore di Maria, dalla profondità della sua fede, espressa nelle parole del Magnificat, la Chiesa rinnova sempre meglio in sé la consapevolezza che non si può separare la verità su Dio che salva, su Dio che è fonte di ogni elargizione, dalla manifestazione del suo amore di preferenza per i poveri e gli umili, il quale, cantato nel Magnificat, si trova poi espresso nelle parole e nelle opere di Gesù.