LUMEN CHRISTI B25

L’Enciclica Redemptoris Mater (VII)

Dopo aver meditato sulla presenza costante di Maria alla Chiesa l’enciclica si sofferma sul grande problema dell’unità dei cristiani, e ricerca in quale modo la Madonna può aiutare la Chiesa sul cammino dell’unità. Per le Chiese e comunità che non aderiscono pienamente al mistero di Maria, ella deve essere esempio di “obbedienza della fede”; per le Chiese orientali, invece, la Madonna costituisce un punto d’incontro privilegiato.

1- Il ruolo di Maria

RM n.29: il problema dell’unità dei cristiani. La contraddizione fra il messaggio dell’unità nella fede e nell’amore e lo stato di divisione dei cristiani.

Maria, ostacolo o aiuto per l’unità? L’unità non va concepita come un accordo sul minimo che tutti accettano; la fede forma un tutto organico e non è il frutto di una costruzione umana: essa deve presentare il Disegno salvifico di Dio come si è svolto nella storia. Solo la pienezza della fede può portare all’unità vera.

Ef 4,1-6: la pienezza dell’unità richiede la conformità nella fede, nella speranza, nei sacramenti perché solo così si può entrare pienamente nel Disegno di Dio, il quale è vocazione alla santità ed alla pienezza di vita.

Per meglio intendere questa esigenza bisogna considerare la fede non un discorso ideologico suscettibile di essere ritoccato ma obbedienza alle disposizioni di Dio. In tal senso la Madonna appare come il modello dell’obbedienza della fede. Obbedienza difficile ma che fa passare alla verità della vita.
La fede è un fare la verità e non solo aderire a proposizioni astratte.

La Madonna è esempio per la Chiesa perché ne è il tipo: ciò che Maria ha vissuto e fatto, la Chiesa lo fa in quanto è il Corpo mistico di Cristo.

2- La doppia tradizione

La situazione è totalmente diversa per quanto riguarda le Chiese orientali che hanno vivissimo il senso della Madre di Dio.
Le Chiese orientali sono state alle prese con molte tribolazioni e persecuzioni e hanno trovato un valido aiuto nel ricorso alla Madre di Dio. Tale ricorso manifesta infatti la fede nell’Incarnazione del Verbo di Dio. Non si può avere il senso vero dell’Incarnazione senza riconoscere il posto preminente della Madonna.

RM n.31: “Nei momenti… salvifico”.

Un aspetto particolare ma molto importante del senso della Madonna riguarda l’arte iconica. Se il Verbo di Dio si è incarnato, allora si è reso visibile e quindi può essere raffigurato per mezzo delle immagini.

RM n.33: “Ricorre quest’anno… della storia”.

Sottolineiamo soltanto come il senso del sacro si manifesti attraverso le icone. In tale senso si può dire che “la bellezza salverà il mondo”.


Passi Scritturistici

RM n.29

«Lo Spirito suscita in tutti i discepoli di Cristo desiderio e attività, affinché tutti, nel modo da Cristo stabilito, pacificamente si uniscano in un solo gregge sotto un solo pastore». Il cammino della Chiesa, specialmente nella nostra epoca, è marcato dal segno dell’ecumenismo: i cristiani cercano le vie per ricostruire quell’unità, che Cristo invocava dal Padre per i suoi discepoli il giorno prima della passione: «Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, o Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi una sola cosa, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17,21). L’unità dei discepoli di Cristo, dunque, è un grande segno dato per suscitare la fede del mondo, mentre la loro divisione costituisce uno scandalo.
Il movimento ecumenico, sulla base di una più lucida e diffusa consapevolezza dell’urgenza di pervenire all’unità di tutti i cristiani, ha trovato da parte della Chiesa cattolica la sua espressione culminante nell’opera del Concilio Vaticano II: occorre che essi approfondiscano in se stessi ed in ciascuna delle loro comunità quell’«obbedienza della fede», di cui Maria è il primo e più luminoso esempio. E poiché ella «brilla ora innanzi al pellegrinante popolo di Dio, quale segno di sicura speranza e di consolazione», «per il santo Concilio è di grande gioia e consolazione che anche tra i fratelli disuniti ci siano di quelli che tributano il debito onore alla Madre del Signore e Salvatore, specialmente presso gli Orientali».

Ef 4,1-6

1Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, 2con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore,3cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. 4Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; 5un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. 6Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

RM n.31

Nei momenti difficili della loro travagliata esistenza cristiana «essi si sono rifugiati sotto il suo presidio», consapevoli di avere in lei un aiuto potente. Le Chiese che professano la dottrina di Efeso, proclamano la Vergine «vera Madre di Dio», poiché «il Signore nostro Gesù Cristo, nato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, negli ultimi giorni egli stesso, per noi e per la nostra salvezza, fu generato da Maria Vergine Madre di Dio secondo l’umanità».
I Padri greci e la tradizione bizantina, contemplando la Vergine alla luce del Verbo fatto uomo, hanno cercato di penetrare la profondità di quel legame che unisce Maria, in quanto Madre di Dio, a Cristo e alla Chiesa: la Vergine è una presenza permanente in tutta l’estensione del mistero salvifico.

RM n.33

Ricorre quest’anno [1987] il XII centenario del Concilio Ecumenico Niceno II (a. 787), nel quale, a conclusione della nota controversia sul culto delle sacre immagini, fu definito che, secondo il magistero dei santi Padri e la tradizione universale della Chiesa, si potevano proporre alla venerazione dei fedeli, unitamente alla Croce, anche le immagini della Madre di Dio, degli Angeli e dei Santi sia nelle chiese che nelle case e lungo le strade. Quest’uso si è conservato in tutto l’Oriente e anche in Occidente: le immagini della Vergine hanno un posto d’onore nelle chiese e nelle case. Maria vi è raffigurata o come trono di Dio, che porta il Signore e lo dona agli uomini (Theotókos), o come via che conduce a Cristo e lo mostra (Odigitria), o come orante in atteggiamento di intercessione e segno di divina presenza sul cammino dei fedeli fino al giorno del Signore (Deisis), o come protettrice che stende il suo manto sui popoli (Pokrov), o come misericordiosa Vergine della tenerezza (Eleousa). Ella è di solito rappresentata con suo Figlio, il bambino Gesù che porta in braccio: è la relazione col Figlio che glorifica la Madre. A volte ella lo abbraccia con tenerezza (Glykofilousa); altre volte ieratica, ella sembra assorta nella contemplazione di colui che è il Signore della storia (Ap 5,9-14).