LUMEN CHRISTI A 94

Come abbiamo visto, la preghiera è innanzitutto sguardo verso Dio nostro Creatore, Salvatore e Padre. Adesso ci chiediamo quale sia la funzione della preghiera in rapporto all’attività divina: se tutto dipende da Dio, che cosa possiamo aggiungere; oppure, nella misura in cui le cose dipendono da noi, perché pregare Dio?
     Tale problema riguarda la preghiera di domanda: dobbiamo chiedere tante cose a Dio, e perché perseverare nella preghiera quando Dio non ci concede l’oggetto della nostra domanda?

Lc 11,1-13: l’insegnamento del Signore sulla preghiera di domanda.
Lc 18,1-14: perseverare nella preghiera.

1 – L’EFFICACIA DELLA PREGHIERA

     Noi siamo abituati da una parte a considerare l’efficienza tecnico-scientifica: medicina, agricoltura, genetica. In tal modo sembra re­stringersi il campo del ricorso alla preghiera.
     Dall’altra parte, dobbiamo agire nella nostra vita morale e spirituale con tutte le nostre forze: che cosa può aggiungere la preghie­ra? Non è essa un invito a non agire?
    
     I due casi che sembrano molto diversi richiedono in realtà un’uni­ca risposta:

     Tecnica (o sforzo personale) e preghiera non sono in vera contrap­posizione: l’azione di Dio, infatti, non è concorrente dell’attività umana, ma ne è il risvolto interiore poiché Dio può agire ed agisce sia mediante le leggi naturali che in modo straordinario come può es­sere il miracolo.

     Pregare consiste quindi nel considerare sempre la realtà interiore e nascosta della realtà.
     “Pregare come se tutto dipendesse da Dio; agire come se tutto dipen­desse da noi” (Sant’Ignazio).

     L’azione dell’uomo rientra nell’azione divina e nella sua Provvi­denza generale.

     Dio ci ha concesso di essere provvidenza particolare per tutto quanto dipende da noi.

2 – IL SENSO PROFONDO DELLA PREGHIERA

     La preghiera significa innanzitutto che noi riconosciamo che tutti i beni provengono da Dio Padre e che vogliamo aderire costantemente alla sua azione creatrice e redentrice.
     In particolare riconosciamo che dipendiamo da Dio non solo per l’inizio della nostra vita spirituale ma anche per il suo incremento.

Gv 15,1-7: pregando noi riconosciamo che tutto ci è dato da Cristo

        Perciò la durata della preghiera possiede una funzione pedago­gica: non che facciamo conoscere a Dio i nostri desideri, ma ne pren­diamo una coscienza più acuta e riconosciamo la nostra dipendenza radi­cale da Dio.

     Inoltre sperimentiamo la libertà di Dio che concede i suoi doni a chi vuole e come vuole.
     In tal modo realizziamo il senso dell’amore gratuito di Dio.


Passi Scritturistici

Lc 11,1-13

1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione».

5Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

Lc 18,1-14

1Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: 2«C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. 4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, 5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». 6E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? 8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

Gv 15,1-7

        1«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.