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NOVITà - NEWS
Seminario di studio:
L’immagine nella parola. La parola nell’immagine.
Pontificio Istituto Orientale – Roma, 13-15 febbraio 2020
Il
titolo
del
libro
che
documenta
il
seminario,
suggerisce
la
sua
chiara
divisione
in
due
parti:
nella
prima
si
tratta
delle
immagini
“che
vivono
nelle
parole”
e
nella
seconda
di
“quelle
create
dall’essere
umano
(immagini
artistiche),
le
quali
veicolano a loro volta la parola, cioè il senso” (Maria Giovanna Muzj).
Il
percorso
viene
delineato
nel
capitolo
1
di
Maria
Giovanna
Muzj
che
apre
la
prima
parte,
tracciando
l’orizzonte
teorico
all’interno
del
quale
è
stato
pensato
il
seminario
e
si
muovono
gli
autori
del
volume.
Segue
il
capitolo
di
Massimo
Pampaloni
sj,
il
quale
richiama
l’attenzione
sul
momento
storico
decisivo
che
ha
portato
all’eclissi
del
simbolo
con
drammatiche
conseguenze
per
la
teologia.
I
due
capitoli
seguenti
sono
dedicati
alla
psicologia
e
alla
storia
delle
religioni,
ambiti
che
si
occupano
in
modo
particolare
del
ruolo
del
simbolo:
Michele
Grano
interpreta
il
contributo
della
psicologia
attraverso
un
approccio
fondato
sulla
narrazione
e
sulla
prospettiva
letteraria
della
fiaba
(cap.
3);
Natale
Spineto
fornisce
un’attenta
disamina
dei
principali
studiosi
di
storia
delle
religioni,
accompagnata
da
un’intensa
sintesi
del
loro
contributo
alla
conoscenza
della
questione
del
simbolo
(cap.
4).
L’immagine
nella
Parola
con
la
maiuscola,
ossia
nella
Sacra
Scrittura,
è
l’argomento
del
capitolo
5,
svolto
da
Grazia
Papola
osc.
I
tre
capitoli
conclusivi
vedono
tre
saggi
di
lettura
simbolica
“applicata”:
uno,
di
Paolo
Prosperi
fscb,
al
Vangelo
di
Giovanni
(cap.
6);
un
secondo,
di
Cesare
Giraudo
sj,
al
campo
patristico
attraverso
l’analisi
dell’interazione
dei
sensi
nella
liturgia
mistagogica
dei
Padri
(cap.
7)
e
un
terzo,
di
Sebastian
P.
Brock,
alla
tradizione
siriaca,
nota
per
il
ruolo
di
primo
piano
che
simbolo
e
immagine
svolgono
nella sua teologia (cap. 8).
La
seconda
parte
“dedicata
alle
immagini
artistiche
che
si
fanno
veicolo
di
senso”
inizia
con
l’intervento
di
Ricardo
Ramos
Blassi
presb.
che
tratteggia
il
quadro
fondamentale
della
parola
nell’immagine
(cap.
9);
prendendo
le
mosse
da
un
suo
famoso
contributo,
Timothy
Verdon
presb.
introduce
poi
il
lettore
alla
comunicazione
simbolica
nell’arte
e
nell’architettura
(cap.
10)
e
Ruberval
Monteiro
osb,
artista
egli
stesso,
conduce
il
lettore
in
un
viaggio
sulla
portata
simbolica
del
colore
(cap.
11).
Giovanna
Parravicini,
esperta
di
cultura
russa,
affronta
il
linguaggio
delle
immagini
all’interno
della
tradizione
russa
presentata
nelle
sue
tendenze
più
recenti
(cap.
12).
Dal
canto
suo,
ricordando
che
l’immagine
non
si
ferma
a
ciò
che
è
oggetto
della
vista,
Elena
Massimi
fma
illustra
come
si
possa
legittimamente
parlare
di
linguaggio
simbolico
anche
per
la
musica
(cap.
13).
Nel
capitolo
finale
Antonio
Scattolini
presb.
presenta
l’esperienza
di
alcuni
percorsi
di
secondo
annuncio
attraverso
l’arte,
come
vengono
da
anni
sperimentati
nella
diocesi
di
Verona
(cap.
14).
Questo
volume,
composto
a
più
mani
ma
pensato
nella
medesima
ottica,
illumina
aspetti
diversi
e
ugualmente
significativi
del
ricorso
al
linguaggio
simbolico
nella
trasmissione
del
messaggio
cristiano.
Percorrendone
le
pagine
il
lettore
viene
posto
di
fronte
a
un’evidenza
sempre
più
forte:
quanto
sia
urgente
il
recupero
di
questo
linguaggio
prima
di
tutto
nel
campo
dell’evangelizzazione,
e
di
conseguenza
in
quello
della
vita
liturgica
e
dell’approfondimento
teologico
della
fede,
affinché
la
proposta
della
fede possa apparire qual è nella sua essenzialità, proposta di vita: “Scegli dunque la vita” (Dt 30,19).