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Convegno “Simbolica dello spirito” 2014
Convegno dedicato alla “Simbolica dello spirito” – 6 marzo 2014
Pontificia Università Gregoriana – Roma
In occasione del 40o anniversario del primo corso di “Introduzione al linguaggio simbolico” tenuto da Charles André Bernard in questa Università (1974)
Motivazioni del convegno del 6 marzo 2014
Nella
scia
del
grande
interesse
suscitato
dal
convegno
su
“Simbolo
cristiano
e
linguaggio
umano”
svoltosi
alla
fine
del
2010,
l’Associazione
avvertiva
il
desiderio
e
la
necessità
di
rilanciare
il
tema
del
linguaggio
simbolico,
mantenendo
così
l’interesse
desto.
Si
offriva
l’occasione
di
presentare
gli
Atti
di
quel
convegno,
pubblicati
alla
fine
del
2013
nella
collana
“Metafisica
e
storia
della
metafisica”
diretta
dal
prof.
Virgilio
Melchiorre;
tuttavia
l’’intento
era
principalmente
quello
di
offrire
agli
studenti
della
Pontificia
Università
Gregoriana
e
delle
altre
università
romane,
nonché
agli
amici
e
simpatizzanti
dell’Associazione
e,
come
si
è
poi
visto,
anche
ai
numerosi
professori
presenti
nell’uditorio,
un’ulteriore riflessione sul linguaggio simbolico e sul suo ruolo nell’espressione della vita e dell’esperienza cristiana a partire dal pensiero e dall’insegnamento del P. Bernard.
Quarant’anni
prima,
dopo
averne
preparato
le
dispense,
egli
incominciava
infatti
all’Università
Gregoriana
a
dare
il
corso
di
“Introduzione
al
linguaggio
simbolico”
che
non
avrebbe
poi
cessato
di
riproporre.
Quattro
anni
dopo
(1978)
usciva
a
Parigi
il
suo
saggio
intitolato
Théologie
symbolique,
di
cui
nel
1981
veniva
pubblicata
la
traduzione
italiana
–
Teologia
simbolica
–
che
conobbe
subito
una
seconda
edizione
(1984).
Tutte
le
recensioni
la
indicavano
come
un’opera
che
precorreva
i
tempi.
In
realtà
l’unico
interesse
del
filosofo
e
teologo
Bernard
era
consistito,
come
ebbe
a
dire
lui
stesso,
nel
cercare
di
scandagliare
il
fenomeno
della
vita
nello
spirito:
vita
nello
spirito
con
la
“s”
minuscola,
quale
fenomeno
umano,
e
vita
nello
Spirito
con
“s”
maiuscola,
come
fenomeno
specificamente
cristiano.
In
questa
sua
ricerca
egli
si
era
imbattuto
molto
presto
in
una
costatazione
destinata
a
indirizzare
tutta
la
sua
ricerca.
Egli
la
esprime
con
semplicità
lapidaria
nel
saggio
fondativo
del
1970
intitolato
Le
projet
spirituel:
«L’aspetto
più
originale
del
campo
spirituale consiste nel fatto che per descrivere la loro esperienza, gli autori si servono di un linguaggio simbolico».
Da
questo
fatto
universale
e
inoppugnabile
e
dal
desiderio
di
renderne
conto
deriva
si
può
dire
tutta
la
ricchezza,
la
complessità
ma
anche
la
chiarezza
e
l’unitarietà
del
pensiero
di
P.
Bernard
che
ha
come
punto
di
ricaduta
concreto
l’esigenza,
da
lui
sempre
sostenuta
e
invocata,
di
un
ritorno
alla
teologia
una.
Se
ne
trova
un
esempio
significativo
là
dove
parla della “sfida del simbolo alla teologia”:
“[…] la duplice posizione di Dio, in sé e in atto di rivelarsi nel mondo, corrisponde a una duplice teologia: una per via dimostrativa, l’altra per via simbolica. […].
Nessuna
opposizione,
né
ancor
meno
contraddizione,
tra
le
due
forme
di
teologia,
ma
complementarità.
La
prima
situa
la
teologia
nel
suo
rapporto
con
la
riflessione
metafisica,
la
seconda
con
la
vita
stessa
che
si
esprime
nella
preghiera
e
negli
atteggiamenti
spirituali.
Entrambe
si
radicano
nel
mistero
di
un
Dio
che
si
rivela
nel
Cristo.
[…].
Se
ora
ci
si
pone
dal
punto
di
vista
del
linguaggio
stesso,
bisognerà
chiedersi
in
quale
misura
linguaggio
discorsivo
e
linguaggio
simbolico
siano
legati
tra
loro.
Questo
problema
si
pone
a
due
livelli.
Il
primo
riguarda
la
lingua
stessa,
e
si
tratta
allora
di
cogliere
l’importanza
dell’immagine
nel
linguaggio,
anche
razionale.
Il
secondo
è
quello
del
discorso
globale
e
ci
si
deve
chiedere,
per
esempio,
se
le
grandi
opere
speculative,
filosofiche
o
teologiche,
non
presuppongano
schemi
simbolici
che
restano
indimostrati
e
servono
piuttosto
da
postulato;
così,
per
la
Somma
teologica
di
san
Tommaso
sarà
lo
schema
dell’exitus
/
reditus;
per
la
filosofia
di
Hegel,
quello
del
progresso; per il pensiero di Teilhard de Chardin, quelli dell’espansione e della centrazione. […].
Poiché
i
simboli
s’impongono
alla
vita
e
al
pensiero
umano,
e
in
modo
più
urgente
alla
vita
religiosa,
spetta
ai
teologi
e
a
quanti
si
dedicano
alle
scienze
umane
giustificare
e
situare l’attività simbolica, sempre così presente nell’arte, nello spettacolo, nella vita umana e nell’esperienza religiosa. Sta a loro raccogliere la sfida del simbolo”
(da Ch.A. Bernard, “La sfida del simbolo”, in Ch.A, Bernard, “Tutte le cose in lui sono vita”. Scritti sul linguaggio simbolico, Cinisello Balsamo 2010, 252).
Chi lo ha reso possibile
Ciò
che
ha
reso
possibile
organizzare
il
convegno
è
stata
l’assicurazione
da
parte
del
prof.
Virgilio
Melchiorre,
seguita
da
quella
dal
prof.
Paul
Gilbert,
confratello
e
buon
amico
del P. Bernard, della loro partecipazione.
Accanto
a
quelle
dei
due
filosofi,
si
è
cercato
una
terza
voce
che
non
fosse
quella
di
un
pensatore
astratto,
bensì
di
qualcuno
che
parlasse
del
linguaggio
simbolico
come
linguaggio
dell’esperienza
della
vita-nello-spirito
e
prima
di
tutto
della
liturgia
cristiana.
Questa
persona
è
stata
felicemente
individuata
nel
professore
di
liturgia,
Elena
Massimi,
salesiana, profonda conoscitrice del pensiero del benedettino Cipriano Vagaggini, uno dei maggiori liturgisti del Novecento.
Concretamente
il
convegno
si
è
potuto
svolgere
presso
l’Università
Gregoriana
grazie
al
sostegno
offerto
dal
Rettore,
Prof.
François-Xavier
Dumortier,
e
per
essere
stato
ospitato
dal Dipartimento di Teologia fondamentale della Facoltà di Teologia diretto dalla Prof.ssa Michelina Tenace, la quale ha conosciuto personalmente il P. Bernard.
Programma
Virgilio Melchiorre
Sul divino e sulle costituzioni della coscienza simbolica
Paul Gilbert sj
Simbolo e affettività
Elena Massimi fma
Corporeità, esperienza e linguaggio simbolico: Cipriano Vagaggini e l'”assillo del pensiero moderno”