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Il Messaggio delle Beatitudini (I)
Abbiamo
già
meditato
l’invito
alla
scelta
per
ciò
che
riguarda
il
senso
della
vita;
adesso
consideriamo
il
messaggio
stesso
di
Gesù
e,
in
particolare,
la
promessa
della
beatitudine.
1 – BEATI
Ogni
forma
di
vita
produce
uno
stato
affettivo:
di
gioia,
di
pace,
di
felicità
quando
trova
il
suo
giusto
esito,
di
tristezza
e
di
turbamento
se
la
strada
è
sbagliata.
Gioia
e
pace
sono
quindi
segni
e
allo
stesso
tempo
effetti
della
rettitudine
del
cammino.
Essendo
un
messaggio
di
vita,
il
Vangelo
ci
promette
la
gioia;
esso
non
può
essere
soltanto
indicatore
del
dovere, del compimento di una volontà arbitraria di Dio, ma porta con sé la propria ricompensa.
Mt 5,1-12: notiamo il paradosso della vita evangelica.
Tale paradosso si verifica a due livelli:
nell’opposizione fra la vita terrena e la vita eterna: ed è questo il primo senso della beatitudine.
1 Co 15,12-19: il dogma centrale della fede cristiana: passione-morte-risurrezione.
La
fede
è
la
condizione
della
vita
cristiana:
non
ci
può
ricercare
dunque
l’immediatezza
e
l’evidenza
della
promessa
evangelica.
Il
senso
della
vita
eterna
però
viene
anticipato
da chi si dedica alla vita evangelica nello Spirito.
l Gv 3,1-7: la nostra esistenza ricalca quella di Cristo sia dal punto di vista ontologico sia da quello morale.
nell’opposizione fra il livello spirituale e quello della coscienza ordinaria.
2 Cor 4,7-13: Paolo fa l’esperienza della sofferenza a livello dell’uomo esteriore e della vita a livello dell’uomo interiore che partecipa alla vita di Cristo.
2 – SEMPLICITÀ E PACE
La
semplicità
e
la
pace
che
accompagnano
l’annuncio
della
Legge
nuova
non
devono
ingannare
la
nostra
voglia
di
cose
straordinarie
e
spettacolari.
Più
che
gli
antichi
Israeliti,
dobbiamo essere sensibili alla semplicità e alla profondità della figura di Gesù.
Eb
12,18-24:
lo
spirito
evangelico
è
spirito
di
libertà
e
di
fiducia;
dobbiamo
quindi
lasciarci
attirare
dalla
grazia
del
Vangelo
che
si
manifesta
nel
racconto
evangelico:
Gesù
seduto tra la folla come uno di noi.
Bisogna sempre ricordare che lo spirito di Gesù si compendia nella mitezza e l’umiltà del cuore. Il grande ostacolo alla vita evangelica, e forse il solo, è la mancanza di umiltà:
davanti a Dio, rifiutiamo dì riconoscere la nostra indigenza e la necessità di ricorrere a lui mediante la preghiera;
davanti agli uomini, ci dimostriamo pieni di suscettibilità, di gelosia, di invidia… e nel contempo molto dipendenti dal loro giudizio.
Passi Scritturistici
Mt 5,1-12
1Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati
voi
quando
vi
insulteranno,
vi
perseguiteranno
e,
mentendo,
diranno
ogni
sorta
di
male
contro
di
voi
per
causa
mia.
12Rallegratevi
ed
esultate,
perché
grande
è
la
vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
1 Cor 15,12-19
12Ora,
se
si
predica
che
Cristo
è
risuscitato
dai
morti,
come
possono
dire
alcuni
tra
voi
che
non
esiste
risurrezione
dei
morti?
13Se
non
esiste
risurrezione
dai
morti,
neanche
Cristo
è
risuscitato!
14Ma
se
Cristo
non
è
risuscitato,
allora
è
vana
la
nostra
predicazione
ed
è
vana
anche
la
vostra
fede.
15Noi,
poi,
risultiamo
falsi
testimoni
di
Dio,
perché
contro
Dio
abbiamo
testimoniato
che
egli
ha
risuscitato
Cristo,
mentre
non
lo
ha
risuscitato,
se
è
vero
che
i
morti
non
risorgono.
16Se
infatti
i
morti
non
risorgono,
neanche
Cristo
è
risorto;
17ma
se
Cristo
non
è
risorto,
è
vana
la
vostra
fede
e
voi
siete
ancora
nei
vostri
peccati.
18E
anche
quelli
che
sono
morti
in
Cristo
sono
perduti.
19Se
poi
noi
abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
l Gv 3,1-7
1Quale
grande
amore
ci
ha
dato
il
Padre
per
essere
chiamati
figli
di
Dio,
e
lo
siamo
realmente!
La
ragione
per
cui
il
mondo
non
ci
conosce
è
perché
non
ha
conosciuto
lui.2Carissimi,
noi
fin
d’ora
siamo
figli
di
Dio,
ma
ciò
che
saremo
non
è
stato
ancora
rivelato.
Sappiamo
però
che
quando
egli
si
sarà
manifestato,
noi
saremo
simili
a
lui,
perché
lo vedremo così come egli è.
3Chiunque
ha
questa
speranza
in
lui,
purifica
se
stesso,
come
egli
è
puro.
4Chiunque
commette
il
peccato,
commette
anche
violazione
della
legge,
perché
il
peccato
è
violazione
della
legge.
5Voi
sapete
che
egli
è
apparso
per
togliere
i
peccati
e
che
in
lui
non
v’è
peccato.6Chiunque
rimane
in
lui
non
pecca;
chiunque
pecca
non
lo
ha
visto
né
l’ha conosciuto.
7Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli è giusto.
2 Co 4,7-13
7Però
noi
abbiamo
questo
tesoro
in
vasi
di
creta,
perché
appaia
che
questa
potenza
straordinaria
viene
da
Dio
e
non
da
noi.
8Siamo
infatti
tribolati
da
ogni
parte,
ma
non
schiacciati;
siamo
sconvolti,
ma
non
disperati;
9perseguitati,
ma
non
abbandonati;
colpiti,
ma
non
uccisi,
10portando
sempre
e
dovunque
nel
nostro
corpo
la
morte
di
Gesù,
perché
anche
la
vita
di
Gesù
si
manifesti
nel
nostro
corpo.
11Sempre
infatti,
noi
che
siamo
vivi,
veniamo
esposti
alla
morte
a
causa
di
Gesù,
perché
anche
la
vita
di
Gesù
sia
manifesta nella nostra carne mortale. 12Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
13Animati
tuttavia
da
quello
stesso
spirito
di
fede
di
cui
sta
scritto:
Ho
creduto,
perciò
ho
parlato,
anche
noi
crediamo
e
perciò
parliamo,
[14convinti
che
colui
che
ha
risuscitato
il
Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi].
Eb 12,18-24
18Voi
infatti
non
vi
siete
accostati
a
un
luogo
tangibile
e
a
un
fuoco
ardente,
né
a
oscurità,
tenebra
e
tempesta,
19né
a
squillo
di
tromba
e
a
suono
di
parole,
mentre
quelli
che
lo
udivano
scongiuravano
che
Dio
non
rivolgesse
più
a
loro
la
parola;
20non
potevano
infatti
sopportare
l’intimazione:
Se
anche
una
bestia
tocca
il
monte
sia
lapidata.
21Lo
spettacolo,
in
realtà,
era
così
terrificante
che
Mosè
disse:
Ho
paura
e
tremo.
22Voi
vi
siete
invece
accostati
al
monte
di
Sion
e
alla
città
del
Dio
vivente,
alla
Gerusalemme
celeste
e
a
miriadi
di
angeli,
all’adunanza
festosa
23e
all’assemblea
dei
primogeniti
iscritti
nei
cieli,
al
Dio
giudice
di
tutti
e
agli
spiriti
dei
giusti
portati
alla
perfezione,
24al
Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.